Iniziamo dalla caratteristica che accomuna prosecco e champagne: le bollicine! Questo effetto, dovuto all’anidride carbonica in fase di spumantizzazione, in realtà non basta a rendere questi due vini intercambiabili. Ma quali sono le differenze?
Partiamo dal conosciutissimo prosecco, dicendo che il vitigno di riferimento è il glera. Da questa uva, presente soprattutto in Veneto, si passa alla vinificazione con il metodo charmat. In cosa consiste? Presto detto: il metodo charmat (o Martinotti) viene inventato alla fine del diciannovesimo secolo da Federico Martinotti, direttore per l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti. Il processo prevede la fermentazione del vino in autoclave, per un periodo che va da 30 giorni a 6 mesi, a temperatura e pressione controllate. I lieviti presenti trasformano gli zuccheri in alcol e anidride carbonica, completando il processo di spumantizzazione. Una volta imbottigliato, il prosecco è pronto per essere consumato. Risulteranno particolarmente esaltate le note aromatiche e fruttate.
Lo Champagne invece prende il nome dalla zona di produzione dei tre vitigni francesi che possono essere impiegati (Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier): area est di Parigi. Per la produzione viene utilizzato il metodo classico, che in Francia si chiama champenoise. La fermentazione avviene direttamente in bottiglia, con l’aggiunta di zuccheri e lieviti selezionati. Le bottiglie riposano in posizione orizzontale per un periodo che va dai 18 agli oltre 30 mesi. Dopo questo periodo inizia la fase di remuage. Si tratta di una rotazione quotidiana della bottiglia di 1/8 di giro, con un’inclinazione che permette alle fecce di raccogliersi verso il collo della bottiglia, in modo da poterle eliminare attraverso la sboccatura o degorment. Una volta fuoriuscite, si aggiungerà lo sciroppo di dosaggio a base di vino e zucchero. Il risultato sarà un vino complesso, con una bollicina fine e persistente e con sentori di lievito più che di uva.
Se vi state chiedendo cosa sia invece lo spumante, la risposta è facile: si tratta di un vino senza denominazione che può essere fatto con il metodo charmat o con il metodo classico in qualunque zona italiana.
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